LA TAUROMACHIA

Roberto Montanari

Roberto Montanari rimase affascinato dal mondo dell’arte fin da bambino.
Per questo negli anni ’50 si recò a visitare alcuni tra i musei più importanti a Roma, Firenze, Parigi, Vienna, fino a terminare la sua esplorazione a Madrid, dove finalmente la sua lunga ricerca sulla creatività trovò i risultati che stava cercando.

In particolare la tauromachia, folgorato dalla visione del film “Sangue e Arena” con un indimenticabile Tyron Power, poi supportata dalla lettura dei libri di Ernest Hemingway, segnatamente “Fiesta” e “Morte nel pomeriggio”.

ROBERTO MONTANARI

El pintor
de los toros

A Madrid alloggiò all’hotel Metropolitan. Per mantenersi agli studi propose i suoi disegni, fuori della Plaza de Toros, dove venivano acquistati dal pubblico degli appassionati. Ebbe l’occasione di conoscere toreri, ganaderi, impresari taurini; il matador Gitanillo de Triana II, impressionato dai suoi disegni lo soprannominò “El Pintor de los toros”, pseudonimo di cui é andato sempre molto orgoglioso.

Roberto Montanari era attratto dalla tradizione, dalla spiritualità di quel mondo e dall’incontro delle due forze: quella bruta e orizzontale del toro e quella verticale e intelligente del torero; non era invece assolutamente attratto dal sangue o dalla violenza fine a se stessa. Non amava e non avrebbe mai voluto veder morire alcun essere vivente, il torero così come il toro.

IL MONDO DELLA CORRIDA

NUMEROSI GLI INCONTRI NEL MONDO TAURINO

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